Gestione e conseguenze a lungo termine della GVHD genitale dopo il trapianto di cellule staminali ematopoietiche
Commento a un recentissimo articolo sulla gestione e sulle conseguenze a lungo termine GvHD vulvo vaginale, pubblicato su Bone Marrow Transplantation.
La GVHD vulvovaginale (VV-GvHD) è una delle complicanze ginecologiche riportate dopo il Trapianto allogenico di Cellule Staminali Ematopoietiche (TCSE). I sintomi possono essere aspecifici come bruciore, secchezza, prurito, dolore e dispareunia (Shanis et al., 2012), e in alcuni casi infiammazioni o gravi aderenze vaginali che causano restringimento o ostruzione vaginale (Corson et al., 1982), influendo sulla qualità di vita e sulla funzionalità sessuale. L’incidenza varia in modo significativo in letteratura a seconda delle definizioni e dei campioni di pazienti.
Questo articolo descrive un'analisi retrospettiva di 64 donne sottoposte a TCSE e seguite in un ambulatorio specialistico vulvovaginale per 9 anni. Oltre alla raccolta dell'anamnesi e all'esame ginecologico, durante la visita sono fornite informazioni sui sintomi e le conseguenze della VV-GvHD.
La VV-GvHD è stata diagnosticata nel 56% delle donne, di cui il 22% asintomatiche al momento della diagnosi. Oltre un terzo delle donne è stato classificato come "scarsamente" aderente a presentarsi alla visita ambulatoriale, più spesso donne non sessualmente attive. Il trattamento per la malattia vulvare consiste in steroidi topici. Il trattamento per la complicanza vaginale include dilatatori per mantenere la pervietà vaginale, anelli in silicone o interventi chirurgici. Alcuni pazienti hanno rifiutato il trattamento. Nelle pazienti trattate, la pervietà vaginale è stata mantenuta mediante sorveglianza continua ed intervento precoce.
Le ampie variazioni dell'incidenza di VV-GvHD riportate in letteratura sollevano la preoccupazione che ciò possa essere più evidente in particolari coorti di pazienti ma anche che questa complicanza viene sotto-diagnosticata. Gli infermieri hanno sicuramente un ruolo nell’aumentare la consapevolezza delle pazienti circa il rischio di sviluppare la GVHD genitale, fornendo informazioni non solo alle donne ma anche agli uomini. L’educazione terapeutica in questo ambito dovrebbe essere rivolta anche a pazienti che potrebbero non essere sessualmente attive. Nonostante la piccola dimensione del campione, questo studio evidenzia l’importanza del monitoraggio continuo della VV-GvVHD ed il beneficio di diagnosi ed intervento precoci. La valutazione ginecologica in questo articolo è stata eseguita all'interno di un ambulatorio specializzato per pazienti sottoposti a TCSE. Laddove ciò non sia possibile, possiamo indagare ed incoraggiare le pazienti a discutere apertamente con noi di questioni riguardanti la funzionalità sessuale. Dovrebbe essere promosso anche un follow-up regolare con un ginecologo, anche nelle pazienti asintomatiche.
Corson SL, Sullivan K, Batzer F, August C, Storb R, Thomas ED. Gynecologic manifestations of chronic graft-versus-host disease. Obstet Gynecol. 1982;60:488–92.