L’aderenza terapeutica nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico dopo la dimissione (nel follow-up)
Lo studio scelto per il commento di questo mese è una revisione sistematica italiana svolta dagli autori C. Visintini, I. Masutti, A. Palese che hanno riassunto puntualmente i dati presenti in letteratura sull’aderenza terapeutica nei pazienti dopo il trapianto di midollo osseo allogenico e hanno individuato i fattori predittivi e di rischio alla non aderenza terapeutica ai farmaci a domicilio. Le conclusioni di questa interessante revisione ci suggeriscono interventi su più livelli.
La presa in carico multidisciplinare del paziente sottoposto a trapianto allogenico garantisce un senso di protezione e fiducia durante il ricovero. Al momento della dimissione i pazienti vivono una condizione di disagio psicologico e fisico dovuto al cambiamento. La gestione dei farmaci da assumere dopo il trapianto allogenico in ambito domiciliare può risultare complessa indipendentemente dal supporto del caregiver, ma l’aderenza ai farmaci risulta una determinante per le condizioni cliniche e fisiche del paziente.
Per la revisione sistematica sono state consultate le principali banche dati di articoli scientifici (Cinhal, PubMed, Scopus, Embase, PsycInfo). Lo scopo principale della revisione è descrivere la prevalenza dell'aderenza terapeutica e gli strumenti utilizzati per valutarla; gli obiettivi secondari sono relativi ai fattori che influenzano la non aderenza ai farmaci e gli interventi che promuovono l’aderenza. L’aderenza terapeutica dei pazienti descritta negli studi è stata valutata attraverso le seguenti scale di valutazione: Morisky Medication Adherence Scale (MMAS), Compliance Evaluation Test (CET), Basel Assessment of Adherence to Immunosuppressive Medication Scale (BAASIS), Immunosuppressant Theraphy Adherence Scale (ITAS), Medication Experience Scale for Immunosuppressants (MESI), Brief Medication Questionnaire (BMQ).
Molti studi inclusi nella ricerca prevedevano la partecipazione del farmacista all’interno del team multidisciplinare. I fattori che determinano una scarsa aderenza terapeutica variano in base a età, istruzione, distress psicologico, efficacia dei caregiver e tipologia di terapia farmacologica. Sono stati utilizzati strumenti soggettivi e oggettivi per misurare l’aderenza, con valori che variano notevolmente tra gli strumenti. Sono stati proposti strumenti di screening per identificare i pazienti a rischio di mancata aderenza.
In sintesi, lo studio offre un quadro dettagliato dei fattori che influenzano l’aderenza ai farmaci nei pazienti trapiantati, sottolineando l’importanza dell’aderenza per gli outcomes clinici. Nello specifico:
Caratteristiche degli studi: Sono stati revisionati 14 studi per un totale di 1049 pazienti coinvolti nell’osservazione dei tassi di aderenza terapeutica con il metodo PICOT nel periodo tra aprile 2022 e maggio 2022. Nella ricerca sono stati inclusi studi condotti in Europa (42.8%) e negli Stati Uniti (35.7%) tra il 1993 e il 2020. Sono stati inclusi studi trasversali e osservazionali.
Assessment tools: La prevalenza mediana di aderenza è del 61,8% e non è diminuita nel tempo (immunosoppressori 61,5% [intervallo 31,3-88,8%] e non immunosoppressori 65,2% [intervallo 48-100%]). Finora le misure soggettive dell'aderenza sono state utilizzate più frequentemente (78,6%).
Fattori con influenzano l’aderenza: I fattori che influenzano la non aderenza sono l’età più giovane, il rischio psicosociale più elevato, l’angoscia, un basso livello di istruzione, lo scarso coinvolgimento del caregiver, gli immunosoppressori giornalieri, la riduzione delle terapie concomitanti e il verificarsi di maggiori effetti collaterali.
Interventi per migliorare l’aderenza: Gli interventi per migliorare l’aderenza, in particolare quelli condotti da farmacisti clinici, hanno avuto risultati variabili. Quattro studi hanno riportato risultati sugli outcomes, tutti condotti da farmacisti, prevedevano interventi di counseling, ma i risultati sembrano eterogenei. In termini di outcomes clinici, l’aderenza è stata associata alla comparsa di GvHD, in particolare la forma cronica (in due studi principalmente). Altri outcomes studiati includono la mortalità, i ricoveri ospedalieri e le infezioni.
Le conclusioni suggeriscono che la variabilità dei tassi di aderenza è un problema rilevante e dovrebbe essere attentamente considerata nella pratica quotidiana. La revisione propone interventi multifattoriali su quattro livelli: clinico, di ricerca, educativo e gestionale. A livello clinico, si promuove l’uso di strumenti validati per monitorare l’aderenza e coinvolgere i caregiver. A livello di ricerca, si enfatizza la necessità di misurazioni multidimensionali dell’aderenza. A livello educativo, si raccomanda l’inclusione dell’aderenza nei programmi di formazione sanitaria. A livello gestionale, si suggerisce il benchmarking dei dati sull’aderenza tra i centri di trapianto e la considerazione dei costi degli interventi per migliorare l’aderenza. L’attenzione verso questi temi, quindi, è senza dubbio fondamentale per la buona gestione del delicato periodo post trapianto e potrebbe essere un’importante discriminante delle complicanze post TCSE.
Ice, L.L.; Bartoo, G.T.; McCullough, K.B.; Wolf, R.C.; Dierkhising, R.A.; Mara, K.C.; Jowsey-Gregoire, S.G.; Damlaj, M.; Litzow, M.R.; Merten, J.A. A Prospective Survey of Outpatient Medication Adherence in Adult Allogeneic Hematopoietic Stem Cell Transplantation Patients. Biol. Blood Marrow Transplant. 2020, 26, 1627–1634.