Diete restrittive post-HSCT: sono davvero necessarie? Uno studio italiano multicentrico sfata il mito del rischio infezioni.
Per minimizzare l’incidenza delle infezioni si adottano le diete protette (PD) per il loro basso impatto microbico anche se non ci sono evidence che supportino o meno la loro efficacia. Dall’altro canto, le diete non restrittive (NRD) aumentano oppure no il rischio infezioni? Lo studio di Stella et al, va ad indagare proprio il ruolo delle PD o NRD nei pazienti neutropenici post trapianto di cellule staminali (HSCT).
Le infezioni rimangono una delle principali cause di morbidità e mortalità nel contesto di HSCT nel paziente onco-ematologico. Il principio di PD è limitare l’ingresso di batteri e potenziali agenti patogeni provenienti dagli alimenti nell’intestino, al fine di diminuire il rischio di traslocazione batterica e infezioni nel sangue (Pedretti et al. 2024). La revisione sistematica di Fox e Freifeld evidenziò che la principale causa delle malattie trasmesse dagli alimenti è la manipolazione non sicura degli stessi e che le prove disponibili non dimostrano che una PD sia priva di patogeni alimentari (Maia et al, 2018). Studi provenienti dai paesi industrializzati hanno dimostrato che le PD non riducono l'incidenza di infezioni o la mortalità nei pazienti con cancro (Radhakrishnan et al. 2022).
NEUTRODIET è uno studio di fase 3, randomizzato, prospettico e multicentrico, e ha come obiettivo principale quello di indagare l’impatto della dieta nell’incidenza delle infezioni di grado ≥ 2 in pazienti neutropenici post HSCT. I pazienti sono stati randomizzati, 1:1, a ricevere PD oppure NRD.
Tra luglio 2016 e marzo 2022 sono stati randomizzati 222 pazienti, rispettivamente 111 nel gruppo PD e 111 nel gruppo NRD, con età media di 57 anni (range 22-72 aa), mentre il 43% erano femmine. 175 pazienti hanno eseguito trapianto autologo (88 nel gruppo PD e 87 nel gruppo NRD) mentre i restanti 41 hanno ricevuto trapianto allogenico (20 nel gruppo PD e 21 nel gruppo NDR). Non è stata rilevata differenza nell’incidenza di infezione di grado ≥ 2, o morte, durante il periodo di neutropenia tra i due gruppi. Sono stati riportati in tutto 140 casi di infezione di grado ≥ 2, 72 casi nei pazienti con PD e 68 in quello con NDR (P = .7). Il modello multivariabile sull’interazione tra dieta e profilassi antibiotica dimostrò che l’impatto della profilassi antibiotica sulle infezioni di grado 2 era simile nei due gruppi. Dall’altro canto anche l’incidenza di GVHD grado ≥ 3 è risultata essere comparabile nei due gruppi (P = .4).
L'uso di NRD nei pazienti neutropenici post-HSCT si è dimostrato altrettanto sicuro rispetto a PD, senza aumentare il rischio di infezioni. Le NRD sono assolutamente preferibili nonché raccomandabili in quanto offrono una maggiore varietà alimentare, riducono lo stress associato alle rigide restrizioni alimentari, facilitano l'adesione alla dieta favorendo un migliore apporto nutrizionale e contribuendo al benessere complessivo del paziente. Inoltre, lo studio conferma i dati della letteratura che suggeriscono che le PD costituiscono un onere superfluo e che un approccio meno restrittivo dovrebbe essere preso in considerazione, specialmente nell'ASCT.
Pedretti, Laura, Davide Leardini, Edoardo Muratore, Gaia Capoferri, Serena Massa, Sofia Rahman, Susanna Esposito, and Riccardo Masetti. 2024. “Managing the Risk of Foodborne Infections in Pediatric Patients with Cancer: Is the Neutropenic Diet Still an Option?” Nutrients 16(7):1–17. doi: 10.3390/nu16070966.
Radhakrishnan, Venkatraman, Perraju Bhaskar Bhuvan Lagudu, Devleena Gangopadhyay, Varalakshmi Vijaykumar, Swaminathan Rajaraman, Jayachandran Perumal Kalaiyarasi, Prasanth Ganesan, and Trivadi S. Ganesan. 2022. “Neutropenic versus Regular Diet for Acute Leukaemia Induction Chemotherapy: Randomised Controlled Trial.” BMJ Supportive and Palliative Care 12(4):421–30. doi: 10.1136/spcare-2022-003833.