TRAPIANTO AUTOLOGO: DALLA PARTE DEL GRAFT
Un supplemento al J of Clinical Practice dell'aprile di quest'anno fa un'overview su svariati aspetti del trapianto autologo, incluse alcune questioni ancora aperte
Sebbene il trapianto autologo abbia indicazioni cliniche consolidate, specialmente nel mieloma e nei linfomi recidivati, restano in sospeso alcune domande su numerosi aspetti, come per esempio la mobilizzazione e le caratteristiche ideali del graft. Questa mini-review interessante e comprensiva, pubblicata come supplemento al Journal of Clinical Practice di aprile 2018, permette di fare il punto sulle evidenze disponibili al momento e tratta le questioni ancora aperte
Gli argomenti trattati spaziano dalle evidenze cliniche riguardanti il beneficio del trapianto autologo nel mieloma fino ad arrivare ad aspetti più tecnici, quali ad esempio quelli sulla composizione del graft. Da segnalare, tra i vari topics, la correlazione tra CD34+ infuse ed outcome post-trapianto, i dati riguardanti la mobilizzazione “chemo-free” nel mieloma (1) ed il suo eventuale impatto sulla prognosi (2), l'identificazione precoce dei poor-mobilizers (3), l'effetto potenzialmente negativo dei neutrofili contenuti nella sacca criopreservata